martedì 25 dicembre 2012

Che cos'è google? come è nato? e a cosa serve? tutta la storia di google


L'incredibile storia di Google e dei suoi due inventori, Larry Page e Sergey Brin.

Larry Page e Sergey Brin, i due fondatori di Google.Larry Page e  Sergey Brin, i fondatori di Google



Come è iniziata la storia di Google

Settembre 1998, Menlo Park (CA): inizia la "Google Story"

Larry e Sergey, due studenti di Stanford con il pallino della matematica, avevano 25 anni quando nel settembre del 1998 fondarono Google. Poco dopo aver fondato l’azienda, per mancanza dei fondi necessari per l’acquisto di nuovi PC e di altro materiale, cercarono di venderla per un milione di dollari a diverse società finanziarie, oltre che a diretti concorrenti come Altavista e Yahoo, ottenendo solo dei rifiuti. Pur essendo tutti concordi nel ritenere innovativo il metodo messo a punto dai due studenti per ottenere con il loro motore di ricerca risultati più pertinenti rispetto ai concorrenti, non ritenevano che l’azienda valesse così tanto. A seguito di questi rifiuti, Larry e Sergey furono costretti ad abbandonare l’università di Stanford per dedicarsi completamente alla loro azienda e al progetto in cui credevano fermamente: aiutare gli utenti di internet a trovare più facilmente le informazioni.
Ma che cosa aveva (e cosa ha) di così innovativo Google rispetto agli altri motori di ricerca, alcuni dei quali (Altavista e Yahoo) dominavano a quei tempi il mercato?

Impossible mission

Larry e Sergey non avevano solo il pallino per la matematica ma anche per le sfide “impossibili” o che comunque erano considerate impossibili da molte altre persone.
La loro impossible mission era trovare un modo di catalogare tutte le informazioni presenti in internet e renderle rapidamente e facilmente disponibili a tutti. E ovviamente di farlo meglio di quanto già facessero Yahoo, Altavista, Infoseek e altri motori.
Quando fondarono Google non si posero il problema del guadagno, intendevano soltanto risolvere un problema sentito da loro e dai loro colleghi all’università: la difficoltà a reperire facilmente le informazioni presenti in quasi un miliardo di pagine presenti in internet (oggi sono diventate oltre 8 miliardi).
Non intendevano diventare imprenditori, avevano un futuro di docenti universitari, come lo erano i loro padri. Poi le cose sono cambiate e la mancanza di soldi li ha costretti ad occuparsi a tempo pieno del loro “giocattolo”.

Il PageRank

La cosa più innovativa è stata sicuramente l’invenzione del “PageRank”. Il pagerank è un metodo per determinare “l’importanza” di una pagina web. Mentre i motori esistenti, per indicizzare e posizionare i siti web nei loro database, si limitavano a contare le ricorrenze, nel testo delle pagine, dei termini cercati dagli utenti, e quindi mostravano ai primi posti siti web non sempre pertinenti con le informazioni desiderate, Page e Brin ebbero l’idea di verificare e contare non solo le ripetizioni delle parole ma anche i link che provenivano da altri siti e che puntavano ad una determinata pagina. Il loro ragionamento era semplice: se un certo sito è citato e consigliato da molti altri significa che ha dei contenuti interessanti e quindi è giusto farlo vedere prima di altri.
In realtà il metodo adottato dai due studenti per calcolare il Page Rank è molto più complesso ed articolato; non si limita a contare i link ma tiene conto anche della “qualità” dei contenuti e dell’importanza dei siti da cui provengono i link. Ad esempio, se il sito della Microsoft consiglia o cita il mio sito, lo stesso acquista agli occhi di Google un valore maggiore rispetto al sito di un concorrente consigliato da un’azienda sconosciuta, e quindi avrà un PageRank più elevato del concorrente.
Ci sono poi altri fattori che contribuiscono a determinare il PageRank, come l’anzianità del sito, il numero dei visitatori, ecc.. Credo che nessuno li conosca tutti, anche se sono stati ormai scritti migliaia di articoli e di libri sui “segreti del PageRank di Google”.
Ciò che conta è che gli utenti, usando Google, si rendevano conto che era più facile e richiedeva meno tempo trovare le informazioni desiderate e pertanto abbandonavano gli altri motori e consigliavano agli amici e conoscenti di fare altrettanto.
La crescita esponenziale di Google è avvenuta principalmente grazie al “passa parola”; l’azienda non ha mai fatto pubblicità. E’ probabilmente l’unica società al mondo a non averne bisogno.

GOOGLE OGGI

Oggi Google reperisce e gestisce le informazioni presenti su internet grazie ad una propria rete composta da oltre 100.000 PC. Una potenza di calcolo che nessun’altra azienda al mondo possiede.
Google ha nel suo database oltre 6 miliardi di pagine web e ogni giorno i suoi utenti effettuano 200 milioni di ricerche in oltre 80 lingue. Attualmente è in atto il più ambizioso dei progetti mai attuati: la digitalizzazione dei volumi di intere biblioteche al fine di rendere il sapere umano alla portata di tutti.

Oggi Google vale oltre 200 miliardi di dollari

Il pacchetto azionario di Google, quotata in borsa dall’agosto 2004, vale oggi oltre 100 miliardi di dollari (più di Ford e General Motors messe assieme) e il patrimonio personale di Larry Page e Sergey Brin supera i 10 miliardi di dollari a testa.

Ma chi paga? Da dove provengono i soldi?

Ma tutti questi miliardi di dollari da dove arrivano, considerato che l’utilizzo di Google è gratuito?
Chi paga?
Questa è la domanda che spesso mi è stata posta da clienti, amici e conoscenti, e sono certo che anche molti di voi qualche volta se la saranno posta.
La risposta è molto semplice: Google non fa pubblicità a se stesso ma incassa molto per la pubblicità che fa agli altri.

La pubblicità contestuale

Un’altra delle idee brillanti di Google è stata la pubblicità contestuale, o mirata. Provate a immaginare… state guardando un film di fantascienza alla TV e c’è un’interruzione pubblicitaria con uno spot che parla di un fascicolo con DVD allegato, in edicola da domani; il titolo è “ai confini della realtà” (un mito degli anni ’60 per gli amanti di fantascienza).
Quanti di voi cambierebbero canale per evitare questa pubblicità? Pochi, secondo me.
Questa si chiama “pubblicità contestuale”.
Google fa la stessa cosa: se state cercando ad esempio “noleggio macchine per caffè” vedrete sulla parte destra della pagina dei risultati alcuni link pubblicitari di aziende che noleggiano macchine per caffè o che vendono cialde di caffè. Le probabilità che questa pubblicità dia fastidio sono quindi minime e nello stesso tempo, le probabilità che qualcuno clicchi su questi link sono alte.
Questo consente a Google di far accettare ai suoi inserzionisti di pagare un “tot” per click più elevato rispetto a ciò che pagherebbero per la stessa pubblicità inserita su siti o portali che parlano di calcio, di libri, di corsi, di telefonini o di cronaca.

Pubblicità contestuale e localizzata

Inoltre questa pubblicità, se l’inserzionista lo chiede, può essere “localizzata” per regione o città. Ad esempio, se una azienda vuole pubblicizzare i suoi corsi di formazione ma è interessata solo agli utenti di Brescia, può chiedere a Google di far apparire il suo link solo quando la ricerca di corsi di formazione viene effettuata da utenti di Brescia. In questo modo è più probabile che chi clicca su questi link sia un potenziale cliente.

I siti AdSense Partner

Google non si limita a pubblicare questi link pubblicitari contestuali sulle proprie pagine ma lo fa anche sulle pagine di centinaia di migliaia di siti partner (a cui riconosce una percentuale degli introiti). Il nostro sito fa parte di questo circuito, chiamato “Google AdSense Partners". Anche in questi casi, salvo rare occasioni, viene mostrata solo pubblicità inerente il contenuto della pagina, come potrete facilmente constatare dalla tipologia di link presenti all'inizio di questo articolo.

Il sito di GOOGLE - un esempio da imitare

Il sito di Google si presenta in modo spartano, senza animazioni in flash, senza musichette, senza sfondi multicolori, senza banner pubblicitari. Non c’è nulla che possa distrarre l’utente, che lo costringa a pensare dove cliccare. Ci sono soltanto informazioni. Google sa cosa vogliono gli utenti e li accontenta.
Pensate a quanti milioni di dollari Google sta rinunciando pur di non "sporcare" e rendere pesante la sua home page con l'inserimento di banner pubblicitari statici o animati in Flash, come invece fanno altri motori (MSN, YAHOO, ecc..).
Molti imprenditori, quando chiedono ad un professionista di realizzare un progetto per il loro sito web, dovrebbero riflettere su questo fatto anziché chiedere siti con pagine introduttive animate, musica, pulsanti che si muovono ad altre amenità del genere. Gli utenti non vogliono perdere tempo, gli utenti vogliono informazioni e le vogliono subito. Imprenditori, Web Designer e WebMaster, la home page di Google può insegnarvi molto.

Alcune curiosità

To Google, un nuovo verbo.
Google è diventato un verbo. Il prestigioso Merriam-Webster's Collegiate Dictionary lo include infatti tra i verbi, To google = cercare sulla rete
“Don't Be Evil"
Don’t Be Evil, ossia “non compiere mai il male” è da sempre il motto e la mission dei due fondatori di Google. Speriamo che riescano a seguire questo principio anche in futuro; finora mi pare che ci siano riusciti.
I dipendenti
Tutti i dipendenti di Google possono disporre del 20% del loro tempo lavorativo per occuparsi liberamente di progetti personali atti a migliorare o incrementare i servizi offerti dall’azienda.
Il regalo di compleanno
Google ha festeggiato il suo ottavo compleanno facendosi un regalo originale: l'acquisto del garage (un locale da 170 mq situato a Menlo Park, a pochi passi da Palo Alto, in cui i fondatori della società, Larry Page e Sergey Brin, svilupparono l'idea da cui è nato il motore di ricerca più usato al mondo (75% del mercato).
Il garage apparteneva a Susan Wojcicki, oggi vicepresidente della gestione prodotti di Google, ma all'epoca semplicemente amica della fidanzata di Sergey Brin. Fino agli inizi del 1999, Larry Page e Sergey Brin utilizzarono il garage come base operativa della società trasformandola in una vera e propria seconda casa. L'affitto era di 340 dollari al mese.
Una bella cifra per l'affitto di un semplice garage, cifra che tuttavia impallidisce di fronte al valore attuale di Google, quotato in borsa per 125 miliardi di dollari.
La nuova sede di Google da 93.000 metri quadrati, a pochi chilometri dall'antico garage, è costata più di 300 milioni di dollari.
La sede di Mountain View, in California

Googleplex - un'immagine del quartiere generale di Google

Una veduta di Googleplex, l'headquarter di Google a Mountain View (CA)

veduta di un "ufficio" a Googleplex

L'ufficio di un impiegato a Googleplex
Mountain View, la cittadina della Silicon Valley dove ha sede il quartier generale di Google (chiamato Googleplex), sta per diventare la più grande città d'America con una connessione web completamente gratuita. La compagnia ha infatti deciso di trasformarla in una enorme “wireless zone”. La rete sarà accessibile gratuitamente non solo ai 72.000 abitanti di Mountain View, ma anche a chiunque visiti la città o ci lavori, compresi quindi gli oltre 1.000 impiegati della concorrenteMicrosoft, che a Mountain View ha aperto un campus di quasi 10 ettari.

La centrale ad energia solare 

Ottobre 2006 - La storia di Google ha segnato una nuova tappa: Googleplex diventerà una centrale ad energia solare.
Googleplex, il quartiere generale di Google a Mountain View, verrà dotato del maggior impianto aziendale ad energia solare. I tetti di quasi tutti gli edifici (parcheggi inclusi) dell'enorme area verranno ricoperti di pannelli solari.
Secondo il progetto, Googleplex dovrebbe diventare la più grande location al mondo ad utilizzare l'energia solare. Il sistema sarebbe in grado di alimentare un migliaio di case di medie dimensioni e fornirebbe il 30% del fabbisogno di energia del colosso del web.
Questa scelta ecologica di Google nasce non solo da considerazioni economiche, ma anche sociali e motivazionali. David Radcliffe, vicepresidente della divisione immobiliare della società, ha detto al New York Times: "Il sistema ad energia solare, oltre che un modo più consapevole di produrre e sfruttare energia, rappresenta anche una filosofia sociale utile ad attirare nuovi ingegneri che vogliono lavorare in un'azienda che si preoccupa dell'ambiente in cui opera".
Il progetto sarà affidato alla El Solutions e verrà a costare circa 10 milioni di dollari che, si prevede, verranno ammortizzati in meno di 10 anni.
Approfondimento:

Google Story - il libro che racconta la storia di Google 

Chi fosse interessato a saperne di più sulla storia di Google può leggere l'ottimo libro "GOOGLE STORY" di David Vise e Mark Malseed, pubblicato in Italia dalla Egea.

Chi sono gli autori di Google Story

David Vise ha vinto il premio Pulitzer per i suoi articoli sul Washington Post sulla relazione tra Wall Street e la SEC, l’organo di controllo delle borse americane. Mark Malseed è uno degli assistenti di Bob Woodward, uno dei due giornalisti che hanno portato alla luce lo scandalo del Watergate.
Google Story è scritto come un romanzo, nell'inconfondibile stile giornalistico americano, e si legge davvero bene. Riporta moltissimi aneddoti personali sui due fondatori di Google, dando una precisa idea della loro personalità e raccontando con ricchezza di particolari (si basa su oltre 150 interviste) i loro sogni e le ambizioni per il futuro. In sostanza non è solo la storia di Google e dei suoi stratosferici successi, ma soprattutto la storia di due ragazzi che hanno reso possibile questo miracolo.
Gianfranco Viasetti


2 Febbraio 2008

L'ultimo tentativo della Microsoft di contrastare Google

OPA su Yahoo! da 44,6 miliardi da parte della Microsoft

L'offerta in contanti e azioni (con un premio del 62%) valuta il motore di ricerca 30 miliardi di euro.
Questa incredibile offerta fatta da Microsoft a YAHOO! è l'ultimo disperato tentativo di contrastare lo strapotere di Google nel settore dei motori di ricerca.
Grazie a questa offerta le azioni di YAHOO! balzano fino al 49% a WALL STREET.
Microsoft invece, considerato il maxi esborso che si prevede per l'acquisto del rivale, ha aperto in forte calo, con una flessione pari al 4,57%. Steve Ballmer ha detto che l'acquisizione di Yahoo! trasformerà l'attività Internet di Microsoft, attualmente in perdita, in un pilastro della compagnia.
Google detiene il 75% dei clienti nella ricerca mondiale sul WEB.
Il titolo di Google ha fatto segnare una forte flessione a Wall Street, perdendo attorno al 9%. Un calo dovuto però non solo all'offerta fatta da Microsoft a Yahoo! ma anche ai conti peggiori rispetto a quelli previsti dagli analisti.
Riuscirà Microsoft a contrastare il predominio di Google spendendo quasi 50 miliardi di dollari per acquistare YAHOO?
Personalmente ne dubito molto.
La posizione di Google è ormai troppo consolidata perché qualcuno possa intaccarla, anche se questo qualcuno si chiama Bill Gates.
Certo, sarebbe bello se i visitatori dei nostri siti provenissero in parti uguali o quasi da più motori di ricerca. Non avremmo più paura di sparire improvvisamente dalle prime posizioni di Google e di perdere in questo modo l'80 o il 90% del nostro fatturato (parlo di chi trova i clienti esclusivamente grazie ad un sito web). Ma so bene che non sarà così. Se vogliamo essere trovati in rete dovremo ancora per molti anni contare sul posizionamento in Google.  MSN e Yahoo! continueranno a portarci ben pochi visitatori.

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